Acqua Campania è concessionaria della Regione Campania per la gestione dell’Acquedotto della Campania Occidentale (ACO), compreso del sistema di S. Sofia, e del servizio di misura, fatturazione ed incasso dei volumi di acqua potabile somministrati dagli Acquedotti Ex-Casmez (Acquedotto Campano) in gestione diretta alla Regione stessa.

L’Acquedotto della Campania Occidentale

L’Acquedotto della Campania Occidentale fu pensato per provvedere integralmente alle necessità idriche di 71 Comuni delle province di Napoli e Caserta, per una popolazione di circa 3.800.000 abitanti.

Ad oggi l’opera è da ritenersi realizzata per l’81% delle previsioni, mancano al completamento l’integrazione delle risorse idriche con le fonti di S. Bartolomeo e la sistemazione definitiva della captazione del fiume Gari.

L’acquedotto attinge le sue risorse in tre diverse regioni: Campania, Lazio e Molise.

L’Acquedotto della Campania Occidentale (A.C.O.) fu progettato e parzialmente realizzato dalla ex Cassa per lo Sviluppo del Mezzogiorno al fine di attuare le previsioni del Piano Regolatore Generale degli Acquedotti.

Il territorio di competenza diretta dell’A.C.O. può individuarsi nell’area campana compresa tra la città di Napoli, il litorale Domitiano e Massicano, la provincia di Caserta, ad esclusione dell’alta valle del Volturno.

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L’acquedotto ha origine dalle sorgenti del fiume Gari in Cassino e raggiunge dopo un percorso di 66km le pendici dei rilievi montani a nord di Caserta, località S. Prisco.

Lungo il percorso sono raccolte le acque del campo pozzi di Peccia, della falda profonda della piana di Venafio costituente la sorgente di Sammucro, della sorgente S. Bartolomeo, del campo pozzi di Monte Maggiore (CE) ed infine le acque dei campi pozzi di S. Sofia, Monte Tifata e S. Prisco.

La portata totale adducibile prevista al complesso di S. Prisco è di 9400 l/s così distinti:

  • sorgenti del Gari 3.800 l/s
  • campo pozzi Peccia 1.500 l/s
  • sorgente di Sammucro 300 l/s
  • sorgente di S. Bartolomeo 900 l/s
  • campo pozzi Monte Maggiore 1.500 l/s
  • campi pozzi S. Sofia e Monte Tifata 1.400 l/s

TOTALE 9.400 l/s

 

Durante il percorso da Cassino a S. Prisco è prevista la diramazione per l’alimentazione dell’area Domitiana e Massicana, mentre la portata che raggiunge il nodo di S. Prisco si divide in quattro grandi condotte principali che alimentano i serbatoi di Capodimonte e Scudillo dell’Acquedotto di Napoli ed i serbatoi dell’Acquedotto Campano di S.Clemente e di Melito.

Infatti a S. Prisco sono localizzati un impianto di sollevamento e n. 5 serbatoi di accumulo, destinati su tre livelli di servizio, della capacità complessiva di 270.000 mc:

  • servizio alto con quota dal pelo libero a 202 m.s.m. facendo capo a n.2 serbatoi, in galleria di 100.00 mc;
  • servizio medio con quota dal pelo libero a 140,00 m.s.m., facente capo a n. 2 serbatoi di cui uno in galleria, di 90.000 mc e l’altro seminterrato del volume di 90.000 mc;
  • servizio basso con quota dal pelo libero a 110,00 m.s.m., articolato in n. 1 serbatoio in galleria di 40.000 mc di volume.

L’impianto di sollevamento permette di collegare i serbatoi medi con il serbatoio alto. Quattro condotte si diramano dai serbatoi di S. Prisco a diverse quote (202, 140, 110) verso diversi serbatoi a valle:

  • DN 2100 da quota 202 m.s.m. sino al serbatoio dello Scudillo (Napoli) quota 185 m.s.m. lunghezza della tubazione di collegamento pari a circa 35 km;
  • DN 1800 da quota 140 m.s.m. tramite una diramazione DN 1400 (L=23+7km), e di Melito (Napoli) quota 110 m.s.m. sino al serbatotio di Capodimonte a quota 60 m.s.m., tramite una diramazione DN 1400

(L=23+1,2 km);

  • DN 1000 per pompaggio da quota 140 sino al serbatoio di S. Clemente (Caserta) quota 165 m.s.m. per una lunghezza di 4 km;
  • DN 1400 direttamente da quota 110,00 m.s.m. per il serbatoio di Mileto quota 100 m.s.m. (L=24,2 km).

Tratto da  “Focus sugli Acquedotti dell’Appennino Meridionale” – Ing. Nadia Chiapparo – ISPRA – 24 giugno 2011